La specola e l’arcobaleno
Correva l’anno 1781, quando Papa Pio VI arricchì il bellissimo paesaggio naturale umbro della Cascata delle Marmore con la “Specola”, una piccola torre panoramica situata in un punto di osservazione privilegiato al limite del Belvedere superiore.
La vista è di incommensurabile bellezza, con uno squarcio in primo piano del primo salto della cascata che incanta i visitatori in tutti i suoi 165 metri di altezza e la possibilità di vedere il delizioso “arcobaleno” delle Marmore, che tanto ha ispirato i versi di poeti e letterati provenienti da ogni dove. La Specola si trova nel punto più alto delle Cascate, all’estremità del caratteristico sentiero n.1 che parte dal Centro direzionale didattico del Giardino Botanico, nel Belvedere Inferiore, fino al Cavo Curiano e richiede più di mezz’ora di cammino a piedi in territorio naturale.
Indossando un abbigliamento comodo e scarpe adatte si può andare in escursione fino alla Specola delle Marmore per godere appieno di una vista panoramica senza precedenti: la bellezza maestosa della distesa d’acqua del Velino in perpetua caduta libera, regolata artificialmente per offrire lo spettacolare effetto “velo da sposa”, nel pieno del suo vigoroso e imponente balzo, così come fotografato nella mente di milioni di visitatori, mentre di notte suggestivi fari a led illuminano l’intero corso della cascata, offrendo quadri di autentico splendore.
Dalla sua posizione avvantaggiata a picco sul primo salto della Cascata, la Specola conquista la sensibilità del pubblico di visitatori, rinsaldando il fascino leggendario della Cascata delle Marmore, fiore all’occhiello dell’architettura nostrana, voluta in epoca romana nel vetusto anno 271 a.C., pur avendo avuto modifiche sostanziali e vari aggiustamenti nel corso dei secoli.
Quando in presenza di alcune condizioni atmosferiche si verifica una particolare rifrazione dei raggi solari sull’acqua, viene sprigionata una soffice nuvola di gocce su cui capeggia un meraviglioso arcobaleno.
Questo indimenticabile splendore è stato immortalato nei celeberrimi versi del “notturno” scrittore inglese George Gordon Byron, che etichettò la Cascata delle Marmore come “orribilmente bella”, durante il suo soggiorno in Italia e la sua visita in territorio umbro nel 1817.
Nel suo poema Childe Harold’s Pilgrimage, Byron ci offre un intenso e passionale scenario della forza travolgente della natura, visibile dall’alto della Specola: “Rimbombo di acque! Dalla scoscesa altura il Velino fende il baratro consunto dai flutti. Caduta di acque! Veloce come la luce, la lampeggiante massa spumeggia, scuotendo l’abisso. Inferno di acque! là dove queste urlano e sibilano e ribollono nell’eterna tortura; mentre il sudore della loro immane agonia, spremuto da questo loro Flegetonte, abbraccia le nere rocce che circondano l’abisso, disposte con dispietato orrore…“